Se molti comuni e cittadini sono contrari all’ampliamento, perché la loro volontà non viene tenuta in considerazione?

In una democrazia ed in uno stato di diritto, la popolazione ha il diritto di parola e di manifestare il proprio dissenso contro una scelta politica. Ma l’autorizzazione all’ampliamento non riguarda una scelta politica ma un atto tecnico. Una volta che la politica fissa delle regole, poi queste valgono per tutti. Spetta all’apparato tecnico-amministrativo rilasciare l’autorizzazione, non alla politica. La Regione ha l’obbligo di avviare il PAUR (cioè il procedimento amministrativo a seguito della richiesta di ampliamento) e valutare se ci sono le condizioni, previste dalla legge e dai pareri degli enti in Conferenza dei Servizi, per rilasciare la VIA e l’AIA. Tra l’altro, mentre le scelte politiche sono inappellabili (per questo demandate agli eletti dal popolo, secondo il principio di rappresentanza), gli atti amministrativi sono sottoposti ad un giudizio di legalità, agibile nell’apposita giurisdizione.

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